La psilla del pero. La Psilla è uno dei fitofagi più dannosi per il pero. Gli adulti sono piccoli insetti (2,5-3 mm) di colore ocra, nocciola o brunastro, con le ali trasparenti posizionate a tetto sul corpo. Le neanidi, poco mobili, hanno forma appiattita, di colore giallastro-arancio nella prima età, e sempre più scure fino a divenire bruno-nerastre (ninfe). La Psilla supera l’inverno allo stadio di adulto in diversi ricoveri del frutteto. L’ovideposizione inizia generalmente quando le temperature cominciano a stabilizzarsi su ca. 10 °C (marzo-aprile). Da queste uova nasce la 1° generazione che si protrae da aprile a maggio. Segue in genere una 2° generazione tra maggio e giugno, una 3° tra fine giugno e luglio, e una 4° in piena estate. In alcuni ambienti si ha una 5° generazione a fine estate-inizio autunno. Le generazioni estive a volte si sovrappongono, con fino a 6-7 generazioni all’anno in condizioni particolari.
Danni. Le forme giovanili colonizzano i germogli, le giovani foglie, i giovani rami e, più raramente, i giovani frutti. Producono abbondante melata che imbratta gli organi stessi. Il danno è dovuto alle punture di nutrizione che provocano deformazioni ed arresti vegetativi, con piccole necrosi localizzate sui germogli e sulle giovani foglie, e dalla abbondante melata che ricopre le forme giovanili. Questa provoca danni diretti, perché determina asfissia degli organi verdi, ed indiretti per l’effetto “lente” sui tessuti vegetali in quanto concentra i raggi solari e determina scottature. Inoltre la presenza di melata deprezza i frutti e rende meno efficaci i trattamenti, specialmente contro le forme giovanili molto protette. Infine, la presenza della melata consente l’instaurarsi di funghi saprofiti come le fumaggini che diminuiscono il rendimento fotosintetico, alterando ancor più il metabolismo della pianta.
La Psilla, infine, è vettore della Moria del Pero, causata da un Fitoplasma.
Il predatore Anthocoris nemoralis è un predatore della famiglia degli Antocoridi che sverna come adulto nelle siepi, nella vegetazione selvatica o anche nei residui fogliari. Diviene attivo con i primi tepori primaverili. Inizialmente può cibarsi di polline, ma anche di afidi, ragnetti rossi o adulti di psilla. Dopo la fioritura A. nemoralis è attratto dai cairomoni emessi dalla melata prodotta dalla crescente popolazione di Psilla. Gli Antocoridi selvatici migrano così dalle siepi verso i pereti, iniziando subito a riprodursi e a predare il fitofago. Le uova sono deposte sulla pagina inferiore delle foglie. Le neanidi che sgusciano iniziano subito a predare e manifestano una elevata voracità verso uova e neanidi di Psilla.
Può succedere che un pereto non abbia per uno o più anni alcun problema di Psilla. Tuttavia ci sono annate nelle quali la maggior parte dei frutticoltori fanno fatica a contenere il fitofago. La ragione tecnica di questo andamento non è facilmente spiegabile. In alcune annate la popolazione selvatica di A. nemoralis a maggio‐giugno è molto bassa (possibili cause: basse temperature o gelate tardive che possono falcidiare gli stadi giovanili del predatore, carenza di prede nei mesi primaverili, piogge). Lo scopo dei programmi di lancio è anticipare l’insediamento di una buona popolazione del predatore nel pereto, prima di quando non occorra naturalmente e limitare così al massimo lo sviluppo della psilla.
CONSIGLI PER L’IMPIEGO
Colture. Anthocoris nemoralis è il più noto ed efficace fattore di controllo naturale della psilla del pero (Cacopsylla pyri) in Europa, ma può essere utilizzato con successo anche contro altre specie di psille, come la psilla dell’eucalipto (Glycaspis brimblecombei), quella dell’albizzia (Acizzia jamatonica), del bosso (Psylla buxi) e dell’alloro (Trioza alacris).
Lancio del predatore. Normalmente 1000 adulti/ha sono sufficienti per garantire un contenimento ottimale della Psilla; a volte nei pereti storicamente più infestati o con popolazioni selvatiche di Antocoridi particolarmente rarefatte da trattamenti chimici non selettivi, possono essere necessari anche 1500 predatori/ha. Si consiglia di ripartire il quantitativo di lancio in 2‐3 soluzioni cercando di evitare, per quanto possibile, di programmare il lancio con una previsione di gelate entro qualche giorno. E’ consigliabile distribuire il predatore tramite almeno 5 punti di lancio/ha; allo scopo si possono utilizzare trappole delta (ovviamente senza il fondino collato) o ogni altro supporto in cartoncino che possa temporaneamente contenere il predatore e il materiale disperdente.
Condizioni ottimali. Eseguendo il primo lancio precocemente, tra fine marzo‐metà aprile, è possibile insediare una popolazione di Antocoride che (assieme e/o a supporto di quella selvatica) può mantenere sotto controllo la Psilla. In caso di impiego di insetticidi non selettivi in questa fase, si consiglia di eseguire il primo lancio dopo la fioritura.
Fare attenzione a non applicare insetticidi non selettivi! Privilegiare i prodotti più selettivi come prodotti a base di Beauveria bassiana (Naturalis), Cydia pomonella Granulovirus (Madex Top), o Bacillus thuringiensis (Lepinox Plus e Rapax As) che non limitano la moltiplicazione degli Antocoridi. In caso di dubbi inerenti la selettività di un determinato principio attivo verso A. nemoralis a contattare l’Area Tecnica BIOGARD di CBC (Europe) S.r.l. (tecnicobiogard@cbceurope.it).
CAMPI E DOSI DI IMPIEGO
Pero: 1000-1500 individui/ha in 2-3 soluzioni
L’obiettivo di BIOGARD® è trovare la soluzione ideale per te e per le tue colture, seleziona i tuoi interessi
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